Anna Marina Carriero, 58 anni, di Marchirolo, ha visto la sua vita cambiare nel 2009 quando un tumore l’ha costretta ad una operazione complessa che ha sostituito alcune ossa delle gambe con una protesi interna. Adesso cammina grazie all’ausilio delle stampelle.
Il suo rapporto con lo sport è preesistente alla malattia e alla disabilità? «Prima dell’operazione ero un’atleta di pallavolo e operavo come istruttrice per l’avviamento allo sport per una società sportiva nel paese in cui vivo. Dopo l’intervento non ho ripreso subito l’attività sportiva: nel 2017 ho conosciuto la POLHA di Varese e successivamente ho iniziato a fare handbike. Da allora mi alleno tutti i giorni anche se al momento sono costretta a farlo a casa per le problematiche relative al COVID».
Come ha vissuto l’esperienza della partecipazione al Memorial Balistreri a novembre 2019 all’interno del progetto “Non solo assistenza …”?: «sono stata felice di venire a Palermo perché amo la città e i suoi abitanti: è stato un bellissimo momento di convivialità tra di noi e anche con gli istruttori nel ricordo di Salvatore Balistreri alla presenza del fratello Mario. L’unica nota negativa è stata la scarsa presenza femminile in questa maratona: io ero l’unica donna a partecipare».
La questione di genere investe anche il problema dell’inclusione e della disabilità? «Anche le donne devono fare attività sportiva: per me lo sport è fondamentale: anche un principio di diabete si è risolto grazie all’handbike» conclude Anna Marina. Un motivo in più per incentivare la cultura dello sport e dell’inclusione.